martedì 28 settembre 2010

"Unu pieju e l'atru"
E' il primo di agosto 2010. E' esattamente trascorso un anno da quando ho subito l'infortunio nel Raganello... giorni bui quelli, pensavo che il mio modo di vivere la montagna si sarebbe ristretto alle sole "tranquille passeggiate". Sentivo smarrita la mia libertà. La fisioterapia prima, la palestra dopo, ed anche tuttora, mi hanno rimesso in sesto ed anche evitato una fastidiosa operazione.
Ho fatto un paio di tiri di arrampicata sportiva a giugno di quest'anno, niente di più, ma oggi mi sento (quasi) pronto... e poi la voglia è tanta! Si, voglio provare a fare una nuova via che avevo già più o meno disegnato con lo sguardo e con la mente sulla parete ovest della Timpa di Porace, nel "mio" amato Parco del Pollino.
Compagno d'avventura è Domenico Bloise, insieme ci avviamo questa domenica mattina per vivere la nostra avventura. Ci dirigiamo verso il primo di una serie di pilastri affiancati che sono uno più bello dell'altro, tutti possibili attacchi per la nostra via. Scegliamo il primo. Sono emozionato, non lo nascondo, quando comincio a salire il primo tiro non sono così sicuro di completarla questa via... non sono allenato in questo momento per questo genere di cose, ne fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. Ma dopo il primo tiro facile, affrontato con un certo "tremolio", e dopo il primo passaggio un pò impegnativo del secondo, qualcosa si scioglie in me. Mi rilasso, e da qui tutto diventa più facile.
Domenico si rivela un ottimo compagno di cordata, l'estetico terzo tiro lo tira da primo, per poi assicurarmi sulla difficile placca del quarto e sul traverso del quinto.
L'ultimo tiro è un capolavoro di Domenico, non tanto per l'estetica dello stesso, ma per la forza psicologica che ha nel superare un traverso di quinto su roccia marcia.
Siamo fuori, alla fine è nata una bella via. "Unu pieju e l'atru"... il nome è dedicato alla cordata di Franco, Salvatore, Domenico e Giuseppe che in quei giorni scorrazzava sul Monte Rosa, ma anche a tutti gli altri nostri amici che con noi e come noi vivono la montagna e la amano. E un pò è dedicata anche a noi due... in fondo, ma molto in fondo, anche noi siamo unu pieju e l'atru, no?



Di seguito la relazione tecnica:

Attacco:
Dal Rifugio di Colle Marcione dirigersi verso la larga sella a sinistra della parete sud della Timpa di Porace, oltrepassarla e continuare nella stessa direzione. Già dopo poche decine di metri si potranno scorgere i caratteristici ed evidenti pilastri alla base della parete ovest.

L1:
Attaccare il primo pilastro a destra per gradoni (III) 8m. facendo attenzione a qualche masso non troppo sicuro. Spostarsi leggermente a destra in un incavo (all'altezza dell'albero a destra nel canale)


per poi risalire un breve diedro (IV-) 12 m. Sosta su chiodi a destra dopo l'uscita del diedro. (S2)

L2:
Dalla sosta traversare su fessura obliqua verso sx (IV+) 3m.


da qui traversare su roccia ottima verso dx (III) 9m. fino alla sosta. (Chiodo lasciato da integrare con due nuts medio/piccoli. (S3)
N.B. I due tiri si possono unire, ma non è troppo conveniente farlo viste le curve e gli inevitabili attriti.

Da S3 ad S4 si cammina puntando la parete soprastante per poi costeggiarla per circa 10m versodx. fino ad un chiodo a sinistra di un canalone alberato.
L3:
Dal chiodo, (S4) attaccare dapprima su gradoni (III)

poi su placca (IV) 7m. fino all'albero di leccio su cui si sosta. (S5)
L4:
Dall'albero partire direttamente verso l'alto per placca liscia puntando un minuscolo alberetto (cordino) (VI-) 5m. poi le difficoltà calano sensibilmente e si arriva per gradoni (IV-) (III) alla S6 (due chiodi)

L5:
Da S6 bel traverso verso dx, 18m. dapprima III poi IV sullo spigolo che immette nel canale dove c'è S7 (due chiodi)



L6:
In diedro inizialmente (IV+) 4m. poi traverso a sx su roccia non buona (V) 5m. e poi di nuovo verso l'alto, 16m. su basse difficoltà (II) fino alla sosta d'uscita. (S8)






Discesa: In doppia sfruttando le soste e i numerosi alberetti presenti sulla parete o per la via normale della Timpa di Porace.N.B. Attualmente le protezioni elencate, comprese le soste non sono in parete, le ho scritte in previsione di un'uscita sulla via atta a posizionarle.

9 commenti:

meditate gente meditate..... ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
meditate gente meditate..... ha detto...

e bravi Massimo e Domenico, questa via é proprio bella quando ci porti?
P.S. Domenica e Lunedì ci sei mancato, non sai cosa ti sei perso.

Anonimo ha detto...

wow :))

Giovanni Vancieri ha detto...

siete due matti, non verrei mai con voi due!

Nuwanda ha detto...

Bel ritorno Max...dei migliori...per te la roccia, il cielo, le nuvole, il suono dell'attrezzatura che batte contro la parete sono le migliori medicine...un forte abbraccio ed a presto.
Nuwanda

falcotrek ha detto...

roccia, paure, amicizie: è bello condividere la montagna come detonatore di emozioni: complimenti per aver avuto il coraggio e l'umiltà necessaria a riprovare dopo l'esperienza traumatica.
a presto
P.

Pollinofantastico ha detto...

Un ritorno alla grande.Davvero complimenti.Hai dimostrato grande forza psicologica che dopo certi tipi di infortuni non è facile tirar fuori.Oggi(Mer.29/09)ho visto Domenico che lavora alle poste del mio paese e mi ha detto "qualcosa"circa il M.Bianco.Conoscendoti sono convinto che l'hanno prossimo ci riproverai,ma questa volta con me che non mi son dimenticato del brutto scherzo di due anni fa.Quest'anno ho "recuperato" il M.Civetta che tre anni fa mi aveva tradito e la ferrata degli Alleghesi si è rivelata straordinaria in un giorno perfetto.Fra qualche giorno il post e il video.Attendo il prog.per domenica perchè penso di esserci.Non è che vuoi ripetere la T.Porace??
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

bravo MASSIMO! ma ero sicurissima che saresti riuscito a riprendere in pieno la tua attività "arrampicante"!perchè forza,volontà ed entusiasmo non ti mancano di certo.

Turi ha detto...

A volte le parole possono non esserci difronte alla forza interiore che ognuno di noi possiede. Ti conosco bene e mentre leggevo....ho sentito la tua voce di sempre, ho rivisto quel tuo sguardo e provato la tua emozione nel salire. Bravo Massimì! Bravo davvero! Bravi tutti e due!
E grazie per la dedica....come dico spesso: il simile va con il simile. E noi siamo davvero "Unu pieju e l'atru"...proprio come l'sms ricevuto alla capanna Margherita