domenica 2 dicembre 2012

TIMPA DI CASSANO - " E cche te pensavsi!!?"

16/09/2012...C'è voglia di roccia, c'è voglia di sentire il profumo del buon calcare, di toccarlo, di sentire la sua fredda anima...
Io, Alessandro e Franco, raggiungiamo in macchina il valico di Colle Marcione, stupendo punto di osservazione di uno dei più bei tratti di territorio del Parco del Pollino. Dal piazzale del rifugio, lo sguardo spazia dal versante nord-est della Serra Dolcedorme alle pareti est di Serra delle Ciavole e di Serra di Crispo, mentre più a destra gioca il ruolo di padrona incontrastata la gigantesca parete sud-ovest della Timpa di San Lorenzo: 800 metri circa di dislivello, tra il torrente Raganello che scorre ai suoi piedi, e la cima. Molto più vicine a noi, guardando verso est, le due timpe, rispettivamente, Porace e Cassano, denti calcarei che ben si prestano alla pratica dell'alpinismo...
Abbiamo già un idea sul da farsi, una linea è stata più o meno disegnata con l'immaginazione. Si, è così che funziona, si guarda una parete e si vede un qualcosa. Un sogno da percorrere, un filo da seguire verso un qualcosa che per i  più è perfettamente inutile, inspiegabile.  In effetti è difficile da spigare quello che può donare una parete, una montagna. Sicuramente doni non comuni, che noi riceviamo avidamente e che ci rimarranno per sempre nell'anima.
Bene, torniamo ai tre di cui si parlava precedentemente...
Ci avviamo verso la "nostra linea" che parte proprio a fianco al pilastro del primo tiro di corda di "Con Domenico", e più precisamente qualche metro a sinistra di esso, impegnando un pilastrino poco visibile perchè circondato ai lati da cespugli. Valutiamo il passaggio iniziale intorno al IV+, poi le difficoltà diminuiscono, intorno al III fino alla sosta. Inutile dire che la roccia è superlativa! Recupero i miei compagni, e subito parte Franco (Falco Pazzo, alias Falco Ciùotu) per la seconda bella lunghezza che comincia con una stupenda placca per poi proseguire con un piccolo accenno di strapiombo e poi ancora placca ben ammanigliata fino in sosta, il tutto per una difficoltà quasi continua di IV+.
Dopo la sosta camminiamo per una ventina di metri fino alla grande cengia che taglia tutta la parete, e attacchiamo il terzo tiro nei pressi di due evidenti piccoli tetti che si superano con un traverso verso sinistra, per poi riprendere a salire con un passaggio in leggero strapiombo tra la roccia e un cespuglio. V grado, almeno così mi sembra, per poi proseguire dritto verso l'alto con passaggi di III/III+ fino alla sosta su una stretta cengia.
Il tiro finale: Una breve ma compatta placca che Franco supera abilmente, con l'adrenalina a mille, sembra proprio VI grado!!  In questa occasione merita veramente i complimenti, è proprio un bel passaggio!
Io ed Alessandro, che era oggi alla sua prima uscita alpinistica, (sicuramente prima di una lunga serie!) lo seguiamo fino in sosta, dove ci godiamo la buona riuscita di questa bella "passeggiata verticale" che ci ha donato davvero tanto... sicuramente ci ha fatto vivere alla grande questa giornata, ci ha dato nuovi stimoli...ma sicuramente ha rafforzato ancora di più quella corda che ci lega, e che ci fa salire fin dove la roccia finisce e lascia il posto al cielo.

1 commento:

emiliano ha detto...

grandissimi ragazzi