Obiettivo la nord-est di Serra Dolcedorme, ma giunti ai Piani del Pollino, capiamo che non è quello che vogliamo. Intanto un forte e irresistibile richiamo viene da una grossa zona d'ombra, il versante del Dolcedorme esposto precisamente verso nord, l'inverno potrebbe essere lì... la cupola sommitale fa immaginare una bella scalata, anche se semplice e già più volte affrontata.Un rapido consulto è si va dritti verso la Fossa del Lupo. In fondo non abbiamo una precisa meta, vogliamo solo divertirci, l'importante è come si sale, a prescindere da dove si arriverà.
E' la prima volta nei miei 9 anni di montagna che poso il piede in questo magico posto solitario e silenzioso, mi affascina sin da subito questo piccolo pianoro di origine carsica, vorrei restarci. Dalla solitudine che si respira qui, mi rendo perfettamente conto che mai nome fu più azzeccato, e sento che questo è veramente l'ambiente ideale per chi non ama tanto farsi vedere in giro. Non a caso è indicato come zona di rifugio di un buon numero di lupi del Pollino.
Adesso che fare? Giuseppe nota una seducente linea che si insinua tra le rocce della parete nord di Timpa di Valle piana, (2163m) e allora, perchè non scoprirla? Il tempo di dirlo e siamo già alla base della parete, la "rampetta" è lì, da vicino ancora più bella. Non abbiamo dietro il casco, (tranne Giuseppe che anche avendo un piccolo zaino, lo caccia fuori! Sarà senza fondo?) Per quello che avevamo preventivato di fare non sarebbe servito, ma qui bisognerebbe averlo. A nostro rischio e pericolo...
E' la prima volta nei miei 9 anni di montagna che poso il piede in questo magico posto solitario e silenzioso, mi affascina sin da subito questo piccolo pianoro di origine carsica, vorrei restarci. Dalla solitudine che si respira qui, mi rendo perfettamente conto che mai nome fu più azzeccato, e sento che questo è veramente l'ambiente ideale per chi non ama tanto farsi vedere in giro. Non a caso è indicato come zona di rifugio di un buon numero di lupi del Pollino.
Adesso che fare? Giuseppe nota una seducente linea che si insinua tra le rocce della parete nord di Timpa di Valle piana, (2163m) e allora, perchè non scoprirla? Il tempo di dirlo e siamo già alla base della parete, la "rampetta" è lì, da vicino ancora più bella. Non abbiamo dietro il casco, (tranne Giuseppe che anche avendo un piccolo zaino, lo caccia fuori! Sarà senza fondo?) Per quello che avevamo preventivato di fare non sarebbe servito, ma qui bisognerebbe averlo. A nostro rischio e pericolo...
Altra cosa da non fare qui, ma che noi abbiamo fatto, è andare slegati... avevamo uno spezzone di corda dietro, un pò di materiale, anche se non tutto il necessario per proteggerci, (ripeto, non eravamo venuti per fare questo) ma avremmo anche potuto abbozzare una cordata...
Non l'abbiamo fatto giusto per il gusto di non farlo, quel pizzico di follia che ogni tanto assale ogni alpinista si è impadronito di noi.
Ma si vedeva già dal basso che le difficoltà non erano estreme, siamo pazzi, ma non incoscienti!
(Comunque è assolutamente consigliato salire la via con il casco in testa e assicurati. Le rocce laterali permettono di salire in conserva assicurata, molto utile specialmente se c'è poca neve come nel nostro caso, in quanto in alcuni passaggi che diventano di misto, difficilmente un'eventuale caduta potrebbe essere trattenuta con il metodo della conserva semplice)
Provo un estremo godimento per questa scalata, ritorno a fare qualcosa di relativamente più impegnativo per la prima volta dopo il mio serio infortunio di luglio scorso nel Raganello. Dopo un periodo di scoraggiamento vedo spiragli di luce, con il potenziamento in palestra sto cercando di evitare la buia via di un intervento alla spalla destra. Al momento vedo che reagisce bene. Sono un po' emozionato all'uscita della "rampetta", sto ritornando a piccoli passi nel mio mondo... oggi accompagnato dal calore degli amici di sempre, dei quali ormai (ahimè) non si può fare più a meno... Franco, Giuseppe, Luigi, Domenico... volevamo fortemente l'inverno e l'abbiamo trovato...
Provo un estremo godimento per questa scalata, ritorno a fare qualcosa di relativamente più impegnativo per la prima volta dopo il mio serio infortunio di luglio scorso nel Raganello. Dopo un periodo di scoraggiamento vedo spiragli di luce, con il potenziamento in palestra sto cercando di evitare la buia via di un intervento alla spalla destra. Al momento vedo che reagisce bene. Sono un po' emozionato all'uscita della "rampetta", sto ritornando a piccoli passi nel mio mondo... oggi accompagnato dal calore degli amici di sempre, dei quali ormai (ahimè) non si può fare più a meno... Franco, Giuseppe, Luigi, Domenico... volevamo fortemente l'inverno e l'abbiamo trovato...