Avancorpo del Timpone del Corvo
5 L - 110m - VI - R1 - I
25 maggio 2008
Luca D'Alba, Luigi Vincitore, Massimo Gallo
Dopo circa un anno, mi decido a relazionare su questa via alpinistica da noi aperta sull'avancorpo del Timpone del Corvo, (evitando così eventuali attentati da parte del caro amico Luca!!!).
Il Timpone del Corvo, se osservato frontalmente dall'abitato di Frascineto, come si può vedere nella prima foto, appare come una cima di forma pressochè piramidale composta in un unico blocco, ma in realtà, se poi lo si guarda di profilo spostandosi verso uno dei due lati,(foto 2 e 3) si evince che esso in realtà è diviso in due corpi distinti e separati da una profonda forcella: il corpo principale che è anche quello più alto che svetta con il culmine massimo del Timpone (846m) e tale avancorpo, appunto, che è di circa cento metri più basso e che a sua volta ha come punto più alto una stretta e aguzza cima raggiungibile solo in arrampicata in quanto molto ripida e dirupata da ogni versante. E' questa vetta che il 25 maggio dell'anno scorso abbiamo deciso di scalare io, Luca e Luigi, percorrendo uno sperone esposto a sud-ovest che con cinque tiri di corda ci ha portati sulla sommità.
Avvicinamento: Arrivati nei pressi dell'abitato di Frascineto dirigersi verso il campo sportivo, costeggiarlo a sinistra (lato ingresso) e prendere subito dopo la comoda stradina che si stacca sulla destra, (riconoscibile anche per la presenza di una fontana) che punta con alcuni tornanti verso la montagna.
Passati sotto l'evidentissima volta della Grotta del Pozzo nei pressi di un tornante a sinistra, percorrere il successivo verso destra, e subito dopo, all'altro che gira di nuovo a sinistra, parcheggiare l'auto.
A piedi: Dirigersi a destra rispetto alla strada attraversando subito un valloncello e cominciare a salire leggermente in diagonale dapprima su terreno aperto e successivamente attraversando un boschetto di pini. Una volta sbucati al di sopra del limite del bosco si vede benissimo il contrafforte con lo sperone da risalire.
L1: Assicurandosi su clessidra alla quale si può aggiungere un chiodo, si parte su roccia solida e ben appigliata (IV)
La scalata diventa man mano più delicata (V) fino a giungere al passaggio finale del tiro, (VI) da proteggere con un invitante clessidra e subito dopo con un chiodo.
Si sosta su albero. Lunghezza tiro: 20 m.
L2: Si riparte dallo stesso albero per affrontare un bel passaggio in diedro, (IV) anche qui l'aiuto di una confortante clessidra.
L2: Si riparte dallo stesso albero per affrontare un bel passaggio in diedro, (IV) anche qui l'aiuto di una confortante clessidra.
Poi il terreno diventa più facile (II) fino a sostare dopo 25 metri di corda, tenendosi sul filo dello sperone, su clessidra e chiodo (lasciato).
L3: Partenza ancora in diedro (IV+) per poi spostarsi leggermente a destra su rocce un pò meno instabili ma più semplici. Poi di nuovo verso sinistra a puntare il filo dello sperone attraverso una placca un pò delicata (V). Il tutto per 15 intensi metri che portano a sostare su spuntone e chiodo.
L4: E' il tiro più lungo della via. Può essere conveniente dividerlo in due visto che le due curve che va a fare, prima a sinistra e poi a destra, creano molti attriti.
L3: Partenza ancora in diedro (IV+) per poi spostarsi leggermente a destra su rocce un pò meno instabili ma più semplici. Poi di nuovo verso sinistra a puntare il filo dello sperone attraverso una placca un pò delicata (V). Il tutto per 15 intensi metri che portano a sostare su spuntone e chiodo.
L4: E' il tiro più lungo della via. Può essere conveniente dividerlo in due visto che le due curve che va a fare, prima a sinistra e poi a destra, creano molti attriti.
Si parte in un accenno di camino formato dalla parete e da un grosso spuntone, (IV) (chiodo) poi si procede per qualche metro su facili rocce fino a trovarsi in una piccola nicchia (clessidra). Proseguire verso sinistra facendo così la prima curva, su gradoni non molto semplici (IV+/V) fino ad arrivare su un terrazzino. All'estrema sinistra dello stesso assicurarsi con un chiodo e cominciare il traverso sempre verso sinistra, che dapprima è molto esposto, (IV) poi, proteggendosi con un nut in una lunga fessura obliqua (non ricordo bene, ma se non erro stopper n°2) portarsi verso un altro piccolo terrazzino dal quale si affronta l'impegnativo passaggio (utile per protezione un alberetto) dapprima su placca e poi in un piccolo diedro che porta alla sosta. (V) Lunghezza 35 metri.
Dalla sosta, segue un tratto di circa 50 metri in cui si cammina fino a portarsi alla base del picco sommitale.
L5: Si sosta su albero o su clessidra e si punta verso l'estetico diedro(IV-) molto divertente e proteggibile (clessidre) che punta verso il cielo e che promette di portarci in cima. Dopo alcuni bellissimi passaggi su roccia buona, (15 m) si è sulla vetta (due chiodi lasciati) di questa, che non è una montagna a sè, ma diciamo una figlia del maestoso "Timpone", che però sa regalare emozioni uniche!
Dalla sosta, segue un tratto di circa 50 metri in cui si cammina fino a portarsi alla base del picco sommitale.
L5: Si sosta su albero o su clessidra e si punta verso l'estetico diedro(IV-) molto divertente e proteggibile (clessidre) che punta verso il cielo e che promette di portarci in cima. Dopo alcuni bellissimi passaggi su roccia buona, (15 m) si è sulla vetta (due chiodi lasciati) di questa, che non è una montagna a sè, ma diciamo una figlia del maestoso "Timpone", che però sa regalare emozioni uniche!